MondosaluteLombardia n.03
[03] apr 2005
Editoriale
di Antonio Frova - Presidente Aiop Lombardia
Il tuo problema è il mio problema
bbiamo concluso l’ultimo numero segnalando ai nostri lettori “Pace fatta in Lombardia”. Dalle vecchie controversie con la Regione alla firma del Contratto di lavoro: due momenti fondamentali della vita delle nostre aziende hanno trovato la definitiva soluzione e sono ormai in fase di concretizzazione.
Ora bisogna guardare avanti in modo che le cose non debbano essere rincorse a posteriori, con tempi e tensioni ingiustificati, ma si possano avere, nei tempi giusti, in maniera equa ed equilibrata.
Il secondo rapporto, realizzato dalla società Ermeneia, ha confermato l’elevato momento qualitativo delle strutture ospedaliere private della Lombardia che rappresentano circa il 30% del Sistema Ospedaliero Lombardo e ricoverano quasi la metà dei pazienti che vengono dalle altre Regioni a farsi curare nella nostra Regione. Il 52% di tutte le risorse destinate all’Urgenza-Emergenza dell’ospedalità privata accreditata in Italia sono in Lombardia.
Dati importanti che devono trovare non solo la loro conferma negli anni a venire, ma essere sempre più momento di crescita.
Oggi il Presidente Roberto Formigoni ci dichiara (intervista pagg. 4-5) la sua ferma convinzione di una sanità che funziona bene, in equilibrio economico, in cui la coesistenza pubblico/privato è, non solo possibile, ma fruttuosa.
Dalle parole di Riccardo Sarfatti (pag. 12), pur con un momento critico, si coglie comunque la convinzione che la nostra Regione abbia una sanità forte e di competizione.
La Lombardia è un distretto sanitario di eccellenza, ci dice Dario Velo dell’Università di Pavia (pag. 14) e, attraverso un lavoro istituzionale importante, sta affermando il proprio ruolo a livello europeo.
E’ tutto vero, ma tanta strada dobbiamo ancora fare e grossi vuoti ci sono ancora in molti settori: tutti abbiamo però anche un ruolo e tutti in questo sistema, che si sta veramente evolvendo, dobbiamo fare la nostra parte. Non è una cosa semplice perché ognuno di noi può commettere degli errori, più o meno perdonabili. Questo può avvenire a qualsiasi livello del sistema: gravissimo se ai vertici della piramide o nelle funzioni vitali, apparentemente meno grave se alla base; solo apparentemente perché il sistema è studiato in funzione di offrire la soluzione del problema, la risposta giusta, esauriente e rispettosa a tutti.
Anche sotto questo aspetto molta strada è stata fatta, l’umanizzazione dei rapporti è un obbiettivo che è componente fondamentale nelle linee politiche e sociali del sistema, ma ancora troppo spesso ci si perde nelle burocrazie, in un rapporto che rimane estraneo e che deve ancora crescere, o comunque crescere dentro di noi.
Se tutto ciò è vero, dobbiamo evitare che si freni l’evoluzione di una formula che punta all’ obbiettivo irrinunciabile di servire il paziente, dove ogni componente è elemento chiave indispensabile del sistema nel suo complesso, in cui il rispetto e la valorizzazione di ogni ruolo diventa la logica di lavoro.
Delegare ad altri, non prendersi le proprie responsabilità, dare risposte poco chiare od evasive, rimandare, sono difetti che tutti noi abbiamo, ma che tutti noi possiamo combattere, affinché le cose imbocchino, o meglio proseguano nel percorso vincente intrapreso.