Il morbo Dupuytren si cura con un farmaco
Questa patologia, diffusa tra gli adulti, porta alla formazione di cordoni fibrosi sul palmo della mano con una fastidiosa flessione delle dita che impedisce la manualità. Fino a poco tempo fa poteva essere curata solo con il bisturi. Oggi, viene trattata con un'iniezione al Centro di chirurgia della mano dell'Ospedale Civile di Volta Mantovana, uno degli otto centri lombardi autorizzati a somministrare l'enzima, la Collagenasi di Clostridium histolyticom (CCH), in regime di convenzione.
“L’utilizzo del trattamento farmacologico - spiega l’ortopedico del centro di chirurgia, Enrico Carità - consente di agire in modo non invasivo e non doloroso, sciogliendo con una sola iniezione la retrazione fibrosa che causa la contrattura, ripristinando la funzionalità della mano in tempi brevi e senza cicatrici”. Il trattamento ottiene i migliori risultati se la malattia viene curata nei suoi primi stadi. Nel 2018, presso il Day Surgery sono state trattate circa 25 persone con risultati clinici incoraggianti.
Il Centro di chirurgia della mano del “Civile” tratta tutte le principali patologie che colpiscono le articolazioni, come la Rizoartrosi, che si presenta come un dolore alla base del pollice. “Nei primi stadi è possibile utilizzare infiltrazioni con PRP o tessuto adiposo, mentre la chirurgia trova indicazione solo nei casi estremi”, spiega Carità. Altri casi trattati sono quelli delle sindromi canalicolari come la Sindrome del tunnel carpale o cubitale, il dito a “scatto” e la Sindrome di De Quervain, patologie molto frequenti dovute alla compressione della struttura nervosa o tendinea, che provocano dolore, riduzione o perdita di sensibilità, disturbi del movimento.
Oltre alla mano, il Centro dell’Ospedale di Volta è all'avanguardia nella cura delle patologie cartilaginee e dei legamenti del polso: “Esiste una grande varietà di patologie del polso, specialmente negli sportivi e nei lavoratori manuali”, afferma ancora l'ortopedico del Day Surgery. “Le possiamo diagnosticare e trattare in artroscopia attraverso strumenti da 2 a 3 mm che, inseriti nell’articolazione, ci consentono di vedere le sue strutture molto ingrandite e di essere più accurati riducendo allo steso tempo l’invasività chirurgica”. I tempi di ripresa del paziente sono rapidi, sempre se seguiti da un adeguato percorso riabilitativo.
Nicola Vaglia