Patologie cardiovascolari, all'Humanitas Gavazzeni interventi anche per pazienti più complessi
Potenziamento dell'equipe di Cardiologia e l'avvio del Cardio-Vascular team con il coinvolgimento dei medici di base per garantire la migliore continuità di assistenza ai malati: dagli anni '60 le Cliniche Gavazzeni sono un centro internazionale all'avanguardia nella cura delle patologie cardiovascolari; specialità che si è consolidata anche con l'ingresso dell'ospedale di Bergamo, convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, nel gruppo Humanitas.
L'obiettivo del team di professionisti è quello di unire le competenze di cardiologia interventistica, cardiochirurgia e chirurgia vascolare per curare ogni paziente in modo personalizzato, scegliendo il trattamento più efficace tra il ventaglio di possibilità disponibili, la tecnologia di ultima generazione: interventi di cardio-chirurgia open o a cuore battente mininvasiava; quelli percutanei eseguiti senza aprire il torace.
Gli Interventi di terapia endovascolare del cuore e dell'aorta sono “un approccio ormai scientificamente validato, per le malattie coronariche e per quelle valvolari. Sono necessari per riparare i danni di valvola aortica e mitrale anche in quei pazienti che non rispondono alla terapia medica e non possono sottoporsi a intervento chirurgico invasivo”, afferma Alberto Cremonesi, Coordinatore del Dipartimento Cardiovascolare e Responsabile della Cardiologia di Humanitas Gavazzeni. Con queste tecniche operatorie endovascolari, il recupero è più rapido e la degenza ospedaliera del paziente si riduce, ma occorre valutare ogni singolo caso per capire se il paziente può effettuare questo specifico trattamento. La collaborazione tra medici nella discussione multidisciplinare prima di ogni intervento integra ogni specialità. In altre sedute interdisciplinari intervengono anche nefrologi e diabetologi, e, quando è necessario anche il medico di base. L'inserimento del medico di base del Cardio-Vascolar team allargato “si traduce in migliore continuità di assistenza e di cura”.
Nicola Vaglia