Interceptor: lo studio per prevedere l'Alzheimer
Fondazione Mondino, centro di riferimento per la ricerca e la cura della malattia
La Fondazione Mondino è stata selezionata, in qualità di centro di riferimento per la ricerca e la cura della malattia di Alzheimer, per partecipare a Interceptor, studio promosso dal Ministero della Salute e da AIFA (Agenzia Italiana del farmaco), in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e AIMA (Associazione Italiana Malattia Alzheimer).
Lo studio è rivolto alla popolazione dai 50 anni di età, mirato a intercettare i primi segnali della malattia di Alzheimer e ha l’obiettivo di indagare quali esami sono più utili al medico nel diagnosticare l’effettiva presenza della patologia nelle persone che presentano un iniziale disturbo cognitivo lieve, prima che la stessa si manifesti in modo conclamato. Una diagnosi precoce è utile da subito per modificare stili di vita, promuovere interventi preventivi e avviare percorsi terapeutici con tempestività. Interceptor coinvolgerà 500 pazienti con lievi deficit cognitivi, di età compresa tra 50 e 85 anni che saranno reclutati in 20 centri italiani, con il supporto di 5 centri specializzati nella diagnosi e nella cura della demenza di Alzheimer.
Tutti i pazienti saranno valutati mediante i 6 biomarcatori: test neuropsicologici, dosaggio di proteine su liquor cefalorachidiano, marcatori genetici, tomografia ad emissione di positroni (PET), risonanza magnetica cerebrale (RMN) e elettroencefalogramma (EEG). I pazienti saranno monitorati per 3 anni, al termine dei quali sarà possibile conoscere quale biomarcatore o quale combinazione di biomarcatori sono in grado di predire con maggior precisione l’evoluzione della malattia dall’inizio dei primi sintomi.
In Lombardia parteciperanno anche l’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano (Medicina Nucleare), l’Irccs Centro S. Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia, l’Irccs Foundation “Carlo Besta” Neurological Institute di Milano, l’ – AIMA di Milano, e l’ASST-Monza (Ospedale San Gerardo).