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Antincendio, la norma che aprirà le porte ad un nuovo mondo per le strutture sanitarie
amministratore aiop
/ Categories: Mondosalute Newsletter

Antincendio, la norma che aprirà le porte ad un nuovo mondo per le strutture sanitarie

1. Inquadramento generale della situazione normativa attuale delle strutture ospedaliere
2. Come la nuova regola tecnica verticale potrebbe impattare la realtà ospedaliera sostituendo l’approccio prescrittivo con quello prestazionale
3. Quale sarà veramente l’impatto futuro

Con l’uscita del D.M. 03/08/2015 è stato compiuto, nel campo della Prevenzione Incendi nelle Attività sanitarie, il primo passo evolutivo rispetto al D.M. 18/09/2002 (storico riferimento tecnico per l’adeguamento antincendio delle strutture sanitarie), spostando l’attenzione da un approccio meramente prescrittivo ad un’apertura al dialogo tra titolare dell’attività, professionista antincendio e organo di controllo. Quest’innovazione si è tradotta nella possibilità di allungare i tempi di realizzazione di parte degli impianti o di adeguamento delle strutture in cambio di una novità assoluta, ossia l’onere gestionale “spinto”: si è trattato per la prima volta in Italia di avere un responsabile antincendio all’interno delle strutture sanitarie e una logica di formazione capillare ed intensiva del personale sanitario in reparto, applicando il concetto che l’incendio piccolo si spegne facilmente, ma l’incendio esteso, e la conseguente evacuazione massiva, no. D’altro canto, ci si è trovati di fronte ad una difficoltà enorme nella capacità di esprimere professionalità forti ed adeguate a questo cambiamento e, soprattutto per le strutture pubbliche, trovare le risorse economiche per reggerla, arrivando al paradosso che le strutture private, dovendo garantire i parametri di accreditamento, si sono trovate a dover obbligatoriamente realizzare questi passaggi a fortissimo discapito di un’ospedalità pubblica la quale, invece, il passaggio dell’accreditamento non lo necessitava e quindi in molti casi ha diversamente valutato il passaggio formale. Il grande vantaggio è stato invece quello di poter finalmente far sedere attorno al tavolo il professionista antincendio, il titolare dell’attività e il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco da cui è scaturito un dialogo che ha portato a delle soluzioni veramente innovative, le quali hanno dimostrato il loro impatto, come l’utilizzo più mirato del Sistema di Gestione della Sicurezza Antincendio (SGSA), con gli ultimi esempi di risoluzioni autonome di incidenti all’interno di alcune strutture. La dimostrazione di questo approccio si trova facilmente nelle varie presentazioni delle cosiddette SCIA intermedie. Il primo step certificativo (24 aprile 2016), consistente in determinazioni di intenti e di certificazioni impiantistiche, è stato praticamente ottemperato, mentre il secondo step (24 aprile 2019), con un notevole impatto di adeguamento strutturale, è stato praticamente inatteso, causando la richiesta di proroga della scadenza dei termini.
Ad oggi, però, è avvenuto un altro passo estremamente importante nella storia della prevenzione incendi, ossia si è iniziato ad abbandonare in modo massivo l’aspetto prescrittivo delle norme a favore di un aspetto prestazionale. Questo passaggio è iniziato con l’introduzione del D.M. 03/08/2015 ed è stato ulteriormente accelerato con l’entrata in vigore dell’accoppiata del D.M. 12/04/2019 e D.M. 18/10/2019, il cosiddetto Codice o Testo Unico di prevenzione incendi che, per 47 delle 80 attività soggette al controllo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ha reso obbligatorio questo passaggio epocale nell’approccio della prevenzione incendi. Tra le 47 attività per le quali questo approccio è possibile, oggi non è compresa l’attività 68, ossia quella relativa alle strutture ospedaliere e assimilabili. Questo non significa che il pool dei tecnici a Roma incaricati dai vertici del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco non abbia operato in questa direzione, in quanto è già stata presentata al Comitato Centrale Tecnico Scientifico la bozza della nuova Regola Tecnica Verticale (RTV), la quale potrebbe essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale nei primi mesi del 2020. Con questa nuova RTV, finalmente anche per il sistema ospedaliero i concetti che nel 2015 erano solo approssimati, saranno finalmente declinati in chiave moderna e il professionista sarà libero di intraprendere scelte indipendenti, ossia avverrà la quasi completa esclusione dell’aspetto di approvazione del percorso intrapreso. Questo primo aspetto del cambiamento, però, di per sé impatterebbe relativamente poco il mondo della prevenzione incendi delle strutture ospedaliere. Il grande passaggio sarà che per la prima volta verranno introdotti degli aspetti di valutazione compensativa del rischio che prima erano sconosciuti in questo ambito, vedi la possibilità di evacuare i fumi e i prodotti della combustione dai compartimenti di degenza in caso d’incendio (ventilazione) per favorire o escludere l’esodo, oppure la necessità di utilizzare la compartimentazione molto stretta (vedi la necessità di suddividere in due sub-compartimenti il compartimento operatorio e utilizzare gli impianti di aerazione in modo differenziale per gestire il movimento dei fumi).
Uno degli aspetti che cambierà radicalmente approccio sarà l’approntamento del sistema di vie di esodo. La valutazione dell’esodo nel mondo prestazionale trasforma la valutazione prettamente prescrittiva del “percorso in metri” a un deciso aspetto prestazionale che misura l’esodo in “tempo”, con tutte le richieste di importanti valutazioni degli effettivi metodi e addestramenti all’esodo.
Basterebbero questi due aspetti per considerare il nuovo mondo legato alla sicurezza antincendio all’interno delle strutture ospedaliere come molto più impegnativo dal punto di vista progettuale e responsabilistico.
Pertanto, è necessario fin da subito mettere in campo un nuovo dialogo tra la sfera dei professionisti e quella dei titolari delle attività ospedaliere pubbliche e private, per non arrivare al nuovo “mondo” impreparati al cambiamento.

Davide Rizzardi - HSE Manager - Gruppo San Donato

Michele Rainieri - Senior Fire Protection Engineer – RTSA per Gruppo San Donato e Policlinico Umberto I




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