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MondosaluteLombardia n.27
2325

MondosaluteLombardia n.27

[27] dic 2009

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Editoriale
di Gabriele Pelissero  - Presidente Aiop Lombardia

Stato e cittadini, sulla salute è conflitto di interessi

Ancora una volta partiamo dal problema di come vengono pagati gli ospedali. Sembra una questione per tecnici, ma è invece un problema che interessa tutti, come la bolletta dell’elettricità. In sintesi, ci sono al mondo due modi per mantenere in vita un ospedale.

Primo metodo: pagare alla fine dell’anno tutti i suoi costi (il così detto pagamento a piè di lista), che in teoria potrebbe anche funzionare, ma in pratica ha sempre prodotto aumento dei costi e riduzione dell’attività. Con mille giustificazioni, s’intende, ma nei sistemi di questo tipo (in Italia fino a 15 anni fa) le liste d’attesa sono lunghissime e,  bisogna ammetterlo, una bella visita a pagamento nello studio del primario qualche volta serve ad accelerare un ricovero indispensabile.
Secondo metodo: pagare a prestazione (sarebbero i famosi DRG). All’Ospedale viene pagata una tariffa stabilita dalla Regione per ogni ricovero; chi lavora è premiato e chi tiene i letti vuoti non costa nulla alla collettività.
In questo modo il cittadino, tutti i cittadini, (anche quelli che un tempo si chiamavano mutuati) diventano clienti paganti, degni di attenzione, fondamentali per lo sviluppo dell’ospedale. 
Quando e dove questo metodo viene applicato le liste d’attesa spariscono (e magari i ricavi privati di qualche primario diminuiscono).
Che c’entra tutto questo con il conflitto di interessi?
Centra perché quando gli ospedali sono pagati a tariffa (a DRG) il problema più importante diventa stabilire la tariffa stessa.
Alberto Mingardi sul Sole 24 Ore qualche settimana fa è partito dall’ esempio della protesi dell’anca.
Per dirla a modo nostro se la tariffa che lo Stato è disposto a pagare per un intervento  di protesi d’anca è, poniamo  10.000 Euro, l’ospedale avrà risorse per acquistare la protesi migliore, investire sulla formazione più avanzata del proprio personale, cercare i medici più bravi, dotarsi degli strumenti di diagnosi migliori. Risultato: interventi perfetti e pazienti curati al meglio.
Se la tariffa che lo Stato è disposto a pagare per lo stesso intervento è, poniamo 7.000 Euro, l’ospedale coprirà a mala pena i costi principali, e lasciamo perdere sulla qualità della protesi impiantata.
Naturalmente nel secondo caso lo Stato risparmia, nel primo il cittadino guadagna in salute. In questo consiste il conflitto di interessi.
Per questo bisogna vigilare sui tariffari delle prestazioni ospedalieri come sulle bollette dell’elettricità.
Se le tariffe ospedaliere scendono o non sono adeguate ci possono essere rischi concreti di una minore qualità dell’assistenza sanitaria pubblica.
Ovviamente lo Stato può avere in alcuni casi valide ragioni, ma su questa materia è  indispensabile molta attenzione, per evitare che per tappare qualche buco nei conti pubblici (e magari qualche vero spreco) si tagli su un diritto fondamentale come la salute sperando che nessuno se ne accorga.  

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