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Melissa, operata al cuore grazie all'ologramma
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Melissa, operata al cuore grazie all'ologramma

di Nicola Vaglia

Quando Melissa giunge all'Irccs Policlinico San Donato per lei c'erano poche speranze. La bimba di 7 anni, di origini albanesi, era affetta da un tumore benigno grosso come una saponetta cresciuto talmente vicino al cuore da essere considerato inoperabile. Un rompicapo anche per l'equipe di Cardiochiururgia Pediatrica guidata dal professor Alessandro Giamberti, che ha studiato e simulato l'intervento più e più volte, ricostruendo con l'aiuto della realtà aumentata il cuore di Melissa attraverso un ologramma.

La massa tumorale posizionata nella parte anteriore del cuore provocava alla bambina delle aritmie cardiache; crisi talmente forti, da farla cadere improvvisamente al suolo, come morta. “Il tumore doveva essere asportato - racconta Giamberti -, perché era la causa di queste aritmie che diventavano sempre più frequenti, difficili da trattare, e, che in un ennesimo episodio avrebbero potuto portare a morte la bambina”.

La storia di Melissa ha inizio in Albania. Un giorno, andando in campagna con il papà, la bimba perde conoscenza. “Il padre la raccoglie e la porta d'urgenza in ospedale, ma durante il viaggio la bimba inspiegabilmente si riprende”, racconta ancora Giamberti.

All'ospedale di Brescia, nel quale Melissa è stata nel frattempo trasportata, “facendo una serie di indagini capiscono che la motivazione di queste perdite di conoscenza sono causate da aritmie, delle tachicardie ventricolari”, spiega il cardiochirurgo. Inizia un iter diagnostico per capire di cosa si tratti. Si scopre il tumore benigno nella parete libera del ventricolo sinistro. “A quel punto i colleghi di Brescia ci contattano perché pensano che l'unico posto adatto a trattare una situazione così complessa sia la nostra struttura”.

L'Irccs Policlinico San Donato, da anni è focalizzato sull'utilizzo delle nuove tecnologie. “Alcuni mesi prima, l'equipe di ingegneri del Politecnico che collabora con noi – spiega Giamberti -, ci aveva mostrato questa nuova tecnologia. Il nuovo software da loro elaborato poteva creare un ologramma dalle immagini della tac. Avevamo già visto in un caso abbastanza simile, che l'ologramma poteva dare delle informazioni - prosegue -, a nostro avviso superiori rispetto alla tac e alla risonanza”.


“Mettendo un visore come quello dei videogiochi tridimensionali - racconta ancora Giamberti -, hai la possibilità di vedere l'ologramma davanti a te e di poterlo gestire, muovere, ingrandire, rimpicciolire, aprire e rimuovere delle parti”. L'equipe ha ripetuto e simulato l'intervento nei giorni precedenti fino a pochi minuti prima di far entrare Melissa in sala operatoria. Per intenderci, tutto quello che i chirurghi avevano simulato con il video gioco, poi lo hanno realizzato nella realtà. “Siamo riusciti ad esportare questo tumore senza danneggiare parti vitali del cuore di Melissa”, conclude Giamberti. La bimba ha avuto una ripresa ottimale e, come nelle più rosee previsioni, ha ripreso a correre per il reparto, a giocare con gli altri bambini.

Come cambia la professione medica con l'utilizzo della tecnologia, in questo caso, attraverso l'utilizzo di un ologramma? “Si aprono orizzonti estremamente interessanti e vastissimi per la chirurgia, ma anche per l'insegnamento”, spiega Giamberti: “Oggi, uno dei problemi più grossi è come insegnare ai futuri chirurghi come eseguire degli interventi. Fino all'altro ieri l'insegnamento avveniva sul campo, in sala operatoria; con il chirurgo che mostrava come si fanno le cose e poi aiutava i più giovani a farle sul paziente. Avere una ricostruzione di realtà aumentata, un ologramma di un paziente su cui fare un intervento, a livello di insegnamento è una cosa straordinaria”.

 

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