[40] dic 2016
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Editoriale - I problemi irrisolti del 2016
di Dario Beretta - Presidente Aiop Lombardia
Ci stiamo avvicinando alla fine del 2016 con ancora numerosi problemi, per l’attività delle nostre Aziende, ancora irrisolti. Tre argomenti sono motivo di vive preoccupazioni: mobilità interregionale, ENPAM e decreto responsabilità medica.
Per la mobilità interregionale non è ancora dato di sapere quello che sarà per il passato (anni 2014 – 2015 – 2016) e soprattutto le prospettive per il 2017. L’accordo del 29 settembre per la regolamentazione dei flussi finanziari della mobilità, per gli anni 2014 e 2015, aveva stabilito degli abbattimenti pari al 50% sugli incrementi del 2014 sul 2013 e del 2015 sul 2013 in capo alle regioni che avevano registrato, per gli erogatori privati, tali incrementi.
L’onere per tali tagli ci era stato assicurato che sarebbe stato a carico della Regione ma la successiva circolare della Direzione Generale Welfare, indirizzata alle ATS con l’indicazione di ridurre gli accordi sui Fuori Regione nell’ultimo trimestre di questo anno, ha rimesso in discussione l’ipotesi di eventuali tagli a carico delle nostre Aziende.
Cosa avverrà della mobilità extraregionale per gli anni 2016 e 2017 è ancora una incognita e resta in vigore quanto previsto dal comma 574 della legge di stabilità per l’anno 2016.
A livello nazionale è in atto un tentativo di porre rimedio agli effetti negativi che la limitazione della mobilità interregionale avrebbe per le strutture private lombarde.
- La sentenza della Corte di Cassazione, relativa al contributo del 2% da versare all’ENPAM, è stata inopinatamente a noi sfavorevole e ha obbligato le associazioni sanitarie private ad attivare una trattativa al fine di rendere l’esito di tale sentenza il meno penalizzante possibile.
Ad oggi è stata predisposta una bozza di protocollo d’intesa, che però è ancora in discussione per la volontà dell’ENPAM di introdurre nelle prestazioni soggette al contributo tutte quelle rendicontate con il flusso ambulatoriale comprendendo quindi anche le attività di BIC e MAC, con conseguente consistente incremento del valore economico del contributo da versare sia per gli anni passati che per quelli futuri.
- Anche l’approvando disegno di Legge Gelli per la responsabilità professionale mette le strutture sanitarie private nella condizione di dover affrontare ulteriori costi con un impatto organizzativo ed economico non indifferente.
L’azione di rivalsa nei confronti del medico può essere esercitato solo in caso di dolo o colpa grave e anche in questo caso non può superare il triplo della retribuzione annua lorda.
La pubblicazione sul proprio sito internet dei dati relativi a tutti i risarcimenti erogati nell’ultimo quinquennio può esporre le strutture ad una gogna mediatica.
L’obbligo per le Aziende di essere provviste di copertura assicurativa o di “analoghe misure” non da certezza sulla possibilità della autoassicurazione.
La gestione del rischio sanitario deve essere in capo ad un medico con idonea specialità o personale dipendente con adeguata formazione ed esperienza triennale.
Questi sono solo alcuni esempi delle conseguenze che i nostri ospedali dovranno subire da tale provvedimento.
- Purtroppo non sono solo queste le incognite che il 2016 ci sta lasciando.
L’intesa Stato/Regioni, che avrebbe dovuto individuare entro il 30 settembre 2014 gli elenchi delle strutture monospecialistiche e delle discipline complementari con relative sigle, giace ancora sui tavoli del Ministero.
Stessa sorte sta subendo il Decreto Ministeriale che avrebbe dovuto stabilire i criteri per l’appropriatezza dei ricoveri in Riabilitazione.
Il D.M. 70 per gli standard ospedalieri è ancora una minaccia che potrebbe comportare ricadute sulla organizzazione delle nostre strutture.
Un unico spiraglio di luce è stata la nomina del nuovo Assessore al Welfare che quantomeno sta dimostrando una disponibilità a sentire le nostre istanze... almeno sinora.