Diagnosi precoce e intelligenza artificiale in neurologia
Cresce il numero di persone affette da demenza. L'Organizzazione Mondiale della Sanità prevede oltre 70 milioni di malati entro il 2030 e 7,7 milioni di nuovi casi ogni anno. Neppure la sperimentazione dei nuovi farmaci in questi mesi ha dato i risultati sperati nella cura contro l'Alzheimer. In questo scenario cupo, lo studio condotto dal San Raffaele con la società nord europea Mentis Cura ha il pregio di risolvere il problema della diagnosi differenziale tra Malattia di Alzheimer e Demenza di Lewy con un semplice elettroencefalogramma. “Tutto si gioca sulla diagnosi precoce”, spiega Sandro Iannaccone, primario dell'unità di riabilitazione dei disturbi neurologici, cognitivi, motori dell'Irccs Ospedale San Raffaele di Milano.
Diagnosi precoce. Il software installato sull'apparecchio elabora dati dell’esame valutando migliaia di casi analoghi seguiti da 10 anni. L’intelligenza artificiale consente una diagnosi certa al 98% attraverso una metodica non invasiva, ripetibile, a basso impatto ambientale. L'importanza di distinguere precocemente un caso di Alzheimer dalla Demenza di Lewy è legata al fatto che spesso quest'ultima non viene diagnosticata per tempo o peggio confusa con il Parkinson o l'Alzheimer. Una corretta diagnosi permette di adottare la terapia appropriata evitando il rischio di utilizzare farmaci per l'Alzheimer che sono tossici per i pazienti con Malattia di Lewy.
Dalla collaborazione tra il San Raffaele e l’azienda Israeliana Neuronix, è stata messa a punto una nuova terapia non farmacologica per l’Alzheimer. La tecnologia NeuroAd unisce in maniera sincronizzata due differenti terapie: riabilitazione neuropsicologica e stimolazione magnetica. Rappresenta una nuova frontiera per il trattamento integrato, indolore e non invasivo della patologia. E' una “terapia multimodale” che utilizza in contemporanea il training neuropsicologico e la stimolazione magnetica. Il paziente viene sottoposto a una risonanza magnetica per individuare le zone specifiche colpite dalla malattia. Da questo momento è possibile impostare una terapia personalizzata per ogni paziente. La terapia consiste nello svolgimento di alcuni esercizi specifici per la memoria utilizzando un monitor touchscreen mentre un sistema di neuronavigazione orienta con precisione la stimolazione magnetica sulle aree specifiche colpite dalla malattia.
I risultati. Il trattamento dura cinque o sei settimane e deve essere eseguito cinque volte a settimana. I pazienti sottoposti al trattamento con Neuro AD sono incoraggianti: si sono registrati miglioramenti nella capacità di riconoscere le persone, un aumento della capacità di attenzione e memoria. Migliora la capacità espressiva, la mobilità, l'umore e la capacità di interagire con gli altri.
Perché è importante intervenire precocemente. “Il processo patologico – conclude Iannaccone -, nella prima fase è reversibile. Proprio per questa ragione tutte le nuove ricerche si stanno focalizzando su questo stadio della malattia”.
di Nicola Vaglia